Infermieri generici e Oss. Il Migep chiede riapertura tavoli su nuove competenze
La Federazione delle Associazioni delle professioni infermieristiche e tecniche ha sollecitato il Ministero a riapirire i due tavoli, quello infermieristico dove trovare soluzioni per infermieri generici, psichiatrici e puericultrici e quello per gli Oss che necessitano di un nuovo profilo.
Il Migep sollecita l’apertura di un tavolo di lavoro presso il Ministero della Salute per affrontare le problematiche degli infermieri generici, degli infermieri psichiatrici e delle puericultrici. Come è noto si tratta di tre figure professionali ad “esaurimento”, provenienti da percorsi formativi ante laurea infermieristica. Il problema per questi operatori, di cui la maggior parte opera nel privato, è che, anche a seguito della riforma Fornero delle pensioni, si sono visti prolungare gli anni di servizio ai fini previdenziali e ciò sta ponendo diversi problemi di collocazione e riconoscimento professionale.
“Appare necessario – precisa Angelo Minghetti, Coordinatore nazionale della Federazione Migep - provvedere alla costituzione di un gruppo di lavoro che analizzi anche queste figure, delineando nuove modalità operative ed organizzative al fine di individuare nuove modalità operative ed organizzative di questa professione collocata in area sanitaria come profilo professionale sanitario esistente”.
Il Migep evidenzia che, ad oggi, “il tavolo (sulle competenze infemieristiche) ha già prodotto una copiosa documentazione per l’adeguamento delle competenze della professione infermieristica e per l’introduzione delle specializzazioni previste dall’art. 6 della legge 43/06. Siamo consapevoli che successivamente sarà affrontato anche il tema relativo ad altri profili professionali, ma non, purtroppo, quello degli infermieri generici/inf. Psichiatrici/puericultrici. Di qui l’opportunità di riprendere il percorso avviato dal precedente Ministro che aveva decretato l’apertura di un tavolo di lavoro per queste figure”.
Nella lettera indirizzata al Ministero il Migep lancia anche una serie di proposte:
- rendere giustizia a chi da anni compie un lavoro professionale, senza avere il giusto riconoscimento;
- riconoscere che per ragioni oggettive sia allo stato attuale, ma anche nei prossimi 10 anni, che non è e non sarà possibile coprire tutti i posti con la figura dell’infermiere. Gli ultimi dati statistici confermano che il numero degli infermieri laureati, pur in aumento, non potrà infatti sopperire all’effetto turn over, dovuto al pensionamento degli infermieri generici /inf psichiatrici e puericultrici;
- prendere in esame il pericolo che altre figure, in particolare ci si riferisce agli operatorio socio sanitari (Oss), siano impropriamente utilizzate nello svolgimento delle mansioni proprie degli infermieri generici e puericultrici.
“È opportuno – spiega il Migep - chiedersi come, in caso di mancata attuazione dell’equivalenza, si possa tutelare il patrimonio professionale di questi operatori, considerato che le aziende sanitarie, ignorando le indicazioni ministeriali e contrattuali, in casi estremi provvedendo al licenziamento degli infermieri generici e delle puericultrici e in alcuni casi vengono illegittimamente considerati come operatori socio sanitari”.
E proprio per affrontare il tema di come i circa 200 mila Oss si pongono sullo sviluppo delle nuove competenze infermieristiche e sul tema della formazione che il Migep il prossimo 27 aprile ha organizzato un convegno a Bari, chiedendo altresì la riconvocazione del tavolo ministero-regioni per affrontare anche quest’altro terreno di analisi sulle competenze della figura professionale degli Oss.
“Riteniamo che la formazione dell’Oss, - si legge in una nota - debba prevedere un percorso lungo, oltre che costante nel tempo, con impegno sia nel piano dello studio che professionale. Quando si interviene su competenze e responsabilità è necessario operare nel rispetto dei fondamenti dello Stato di diritto e nella ricerca del massimo consenso. Anche per evitare effetti patologici, Ministro della Salute e Regioni hanno l’obbligo di garantire che ogni modifica si muova nei binari della efficacia e della sicurezza dei percorsi assistenziali a tutela della salute dei cittadini”.
“Purtroppo – prosegue il comunicato - la situazione reale lascia intravedere scenari che ricordano anni lontani per il nostro Paese: ci troviamo di fronte al cd. “forum shopping dell’O.S.S.” . Migliaia di persone, alla ricerca di un posto di lavoro, si dirigono verso Regioni diverse da quelle di provenienze, dotate di sistemi formativi di più ampio respiro e di facile accesso”.
Altro problema che sarà affrontato concerne la necessità di controllare efficacemente la formazione per Oss promossa da enti non autorizzati che, tuttavia millantano accreditamenti/autorizzazioni inesistenti.
“È ormai di rilievo nazionale – spiega Minghetti - la procedura regionale adottata in Emilia Romagna. In base a tale sistema, denominato SRFC “Servizio Regionale di Formalizzazione e Certificazione delle competenze”, enti accreditati presso la Regione Emilia Romagna stipulano protocolli di collaborazione con enti aventi sede in Regioni diverse, al fine di far transitare migliaia di persone nel sistema regionale SRFC. Al termine di tale percorso, tuttavia, nella maggior parte dei casi viene rilasciato solo un “certificato di competenze” che attesta solo il possesso di alcune delle competenze facenti parte del profilo professionale di Oss. Si tratta, quindi, a ben vedere di un titolo diverso dall’Attestato di Qualifica di O.S.S., come normato dall’Accordo Stato Regioni del 2001”. Per questo motivo il Migep chiede di “sospendere la formazione in attesa di una vera riorganizzazione del sistema formativo, così come illustrato nel documento del 4 luglio 2012”.
“La formazione – conclude Minghetti - rappresenta un punto fondamentale al fine di dare attuazione al progetto di riorganizzazione della figura degli oss valutando l’opportunità di istituire un istituto professionale (istituto tecnico sanitario – istituto socio sanitario) specializzato, in modo che possa essere uniformata la formazione oss. ed una figura nuova centrale che acquisisca competenze infermieristiche tra l’oss e l’infermiere che a nostro giudizio non è l’Oss complementare ma un figura sanitaria con autonomia e preparazione elevata”.
Fonte: quotidiano sanità
Il Migep sollecita l’apertura di un tavolo di lavoro presso il Ministero della Salute per affrontare le problematiche degli infermieri generici, degli infermieri psichiatrici e delle puericultrici. Come è noto si tratta di tre figure professionali ad “esaurimento”, provenienti da percorsi formativi ante laurea infermieristica. Il problema per questi operatori, di cui la maggior parte opera nel privato, è che, anche a seguito della riforma Fornero delle pensioni, si sono visti prolungare gli anni di servizio ai fini previdenziali e ciò sta ponendo diversi problemi di collocazione e riconoscimento professionale.
“Appare necessario – precisa Angelo Minghetti, Coordinatore nazionale della Federazione Migep - provvedere alla costituzione di un gruppo di lavoro che analizzi anche queste figure, delineando nuove modalità operative ed organizzative al fine di individuare nuove modalità operative ed organizzative di questa professione collocata in area sanitaria come profilo professionale sanitario esistente”.
Il Migep evidenzia che, ad oggi, “il tavolo (sulle competenze infemieristiche) ha già prodotto una copiosa documentazione per l’adeguamento delle competenze della professione infermieristica e per l’introduzione delle specializzazioni previste dall’art. 6 della legge 43/06. Siamo consapevoli che successivamente sarà affrontato anche il tema relativo ad altri profili professionali, ma non, purtroppo, quello degli infermieri generici/inf. Psichiatrici/puericultrici. Di qui l’opportunità di riprendere il percorso avviato dal precedente Ministro che aveva decretato l’apertura di un tavolo di lavoro per queste figure”.
Nella lettera indirizzata al Ministero il Migep lancia anche una serie di proposte:
- rendere giustizia a chi da anni compie un lavoro professionale, senza avere il giusto riconoscimento;
- riconoscere che per ragioni oggettive sia allo stato attuale, ma anche nei prossimi 10 anni, che non è e non sarà possibile coprire tutti i posti con la figura dell’infermiere. Gli ultimi dati statistici confermano che il numero degli infermieri laureati, pur in aumento, non potrà infatti sopperire all’effetto turn over, dovuto al pensionamento degli infermieri generici /inf psichiatrici e puericultrici;
- prendere in esame il pericolo che altre figure, in particolare ci si riferisce agli operatorio socio sanitari (Oss), siano impropriamente utilizzate nello svolgimento delle mansioni proprie degli infermieri generici e puericultrici.
“È opportuno – spiega il Migep - chiedersi come, in caso di mancata attuazione dell’equivalenza, si possa tutelare il patrimonio professionale di questi operatori, considerato che le aziende sanitarie, ignorando le indicazioni ministeriali e contrattuali, in casi estremi provvedendo al licenziamento degli infermieri generici e delle puericultrici e in alcuni casi vengono illegittimamente considerati come operatori socio sanitari”.
E proprio per affrontare il tema di come i circa 200 mila Oss si pongono sullo sviluppo delle nuove competenze infermieristiche e sul tema della formazione che il Migep il prossimo 27 aprile ha organizzato un convegno a Bari, chiedendo altresì la riconvocazione del tavolo ministero-regioni per affrontare anche quest’altro terreno di analisi sulle competenze della figura professionale degli Oss.
“Riteniamo che la formazione dell’Oss, - si legge in una nota - debba prevedere un percorso lungo, oltre che costante nel tempo, con impegno sia nel piano dello studio che professionale. Quando si interviene su competenze e responsabilità è necessario operare nel rispetto dei fondamenti dello Stato di diritto e nella ricerca del massimo consenso. Anche per evitare effetti patologici, Ministro della Salute e Regioni hanno l’obbligo di garantire che ogni modifica si muova nei binari della efficacia e della sicurezza dei percorsi assistenziali a tutela della salute dei cittadini”.
“Purtroppo – prosegue il comunicato - la situazione reale lascia intravedere scenari che ricordano anni lontani per il nostro Paese: ci troviamo di fronte al cd. “forum shopping dell’O.S.S.” . Migliaia di persone, alla ricerca di un posto di lavoro, si dirigono verso Regioni diverse da quelle di provenienze, dotate di sistemi formativi di più ampio respiro e di facile accesso”.
Altro problema che sarà affrontato concerne la necessità di controllare efficacemente la formazione per Oss promossa da enti non autorizzati che, tuttavia millantano accreditamenti/autorizzazioni inesistenti.
“È ormai di rilievo nazionale – spiega Minghetti - la procedura regionale adottata in Emilia Romagna. In base a tale sistema, denominato SRFC “Servizio Regionale di Formalizzazione e Certificazione delle competenze”, enti accreditati presso la Regione Emilia Romagna stipulano protocolli di collaborazione con enti aventi sede in Regioni diverse, al fine di far transitare migliaia di persone nel sistema regionale SRFC. Al termine di tale percorso, tuttavia, nella maggior parte dei casi viene rilasciato solo un “certificato di competenze” che attesta solo il possesso di alcune delle competenze facenti parte del profilo professionale di Oss. Si tratta, quindi, a ben vedere di un titolo diverso dall’Attestato di Qualifica di O.S.S., come normato dall’Accordo Stato Regioni del 2001”. Per questo motivo il Migep chiede di “sospendere la formazione in attesa di una vera riorganizzazione del sistema formativo, così come illustrato nel documento del 4 luglio 2012”.
“La formazione – conclude Minghetti - rappresenta un punto fondamentale al fine di dare attuazione al progetto di riorganizzazione della figura degli oss valutando l’opportunità di istituire un istituto professionale (istituto tecnico sanitario – istituto socio sanitario) specializzato, in modo che possa essere uniformata la formazione oss. ed una figura nuova centrale che acquisisca competenze infermieristiche tra l’oss e l’infermiere che a nostro giudizio non è l’Oss complementare ma un figura sanitaria con autonomia e preparazione elevata”.
Fonte: quotidiano sanità
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