Conto alla rovescia per i nuovi Lea
21/12/2012 - Ormai prossima la scadenza del 31 dicembre entro la quale, secondo il “decreto Balduzzi” dovrebbe essere pronto l’aggiornamento dei Livelli esenziali di assistenza. Disaccordo tra ministero e Regioni sull’entità dei tagli.
«Confido di riuscire nei tempi previsti ad annunciare la proposta dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) siamo alle ultime battute». Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sottolineando che «tale questione è tutt'altro che agevole» e si trascina da anni. Lo ha fatto a margine della conferenza stampa nella quale ha cercato di «fare chiarezza» sui numeri della sanità, soprattutto quelli relativi ai conti economici.
Che la definizione dei nuovi Lea non sia proprio una cosa banale, d’altronde, lo conferma anche il fatto che una decina di giorni fa lo stesso ministro Balduzzi aveva dichiarato alla Camera di ritenere che il ministero avrebbe potuto presentare la sua proposta di revisione entro questa settimana. Ma, salvo che non lo faccia nelle prossime ore, la previsione non è stata rispettata. In quella stessa circostanza, peraltro, Balduzzi aveva sottolineato come il testo fosse oggetto di confronto con il ministero dell’Economia e che poi sarebbe dovuto essere sottoposto sia alla valutazione delle Regioni sia al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Come sia possibile, a questo stato delle cose, completare l’iter entro la scadenza prevista non è facile da capire.
Per ora, sui contenuti della proposta del ministero si hanno solo “indiscrezioni”, tutte da verificare quando arriverà il documento ufficiale. A quanto si dice, per esempio, i nuovi Lea non sanciranno l’uscita di patologie, quanto piuttosto un “assestamento” delle prestazioni; così, per dirne qualcuna, gli interventi per la cataratta o per il tunnel carpale non saranno più da regime ospedaliero bensì ambulatoriale. Inoltre, tra i “si dice” ci sono anche l’inclusione dell’epidurale per il parto, 110 nuove malattie rare e cinque patologie croniche. Si vedrà.
Il “definanziamento” del Ssn
Intanto, come dicevamo, il ministero della Salute ha dato i suoi numeri sul Ssn. Per esempio, il “definanziamento” (è meno doloroso di “tagli”?) del Ssn atteso nel 2014 sarà di circa 8 miliardi di euro. Questa cifra, ha spiegato Filippo Palumbo, direttore generale del ministero della Salute, deriva dalla sommatoria di varie manovre: la legge di stabilità e i decreti 95 e 98. Per il 2013 invece, ha detto Palumbo, «il minor finanziamento atteso è pari a 5,6 miliardi». È «evidente - ha commentato - che si tratta di una sfida difficilissima che può essere vinta solo se si incentiva una piena collaborazione tra lo Stato e le Regioni».
Proprio le Regioni, però, contestano la cifra data dal ministero e insistono nella loro valutazione: «L'ammontare complessivo dei tagli effettuati dalle manovre e dagli interventi finanziari negli ultimi anni – ha sostenuto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - ammonta, per il periodo 2012-2015, a poco meno di 30 miliardi. Un quadro – ha commentato - che mette in serio rischio servizi fondamentali per i cittadini».
«Confido di riuscire nei tempi previsti ad annunciare la proposta dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) siamo alle ultime battute». Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sottolineando che «tale questione è tutt'altro che agevole» e si trascina da anni. Lo ha fatto a margine della conferenza stampa nella quale ha cercato di «fare chiarezza» sui numeri della sanità, soprattutto quelli relativi ai conti economici.
Che la definizione dei nuovi Lea non sia proprio una cosa banale, d’altronde, lo conferma anche il fatto che una decina di giorni fa lo stesso ministro Balduzzi aveva dichiarato alla Camera di ritenere che il ministero avrebbe potuto presentare la sua proposta di revisione entro questa settimana. Ma, salvo che non lo faccia nelle prossime ore, la previsione non è stata rispettata. In quella stessa circostanza, peraltro, Balduzzi aveva sottolineato come il testo fosse oggetto di confronto con il ministero dell’Economia e che poi sarebbe dovuto essere sottoposto sia alla valutazione delle Regioni sia al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Come sia possibile, a questo stato delle cose, completare l’iter entro la scadenza prevista non è facile da capire.
Per ora, sui contenuti della proposta del ministero si hanno solo “indiscrezioni”, tutte da verificare quando arriverà il documento ufficiale. A quanto si dice, per esempio, i nuovi Lea non sanciranno l’uscita di patologie, quanto piuttosto un “assestamento” delle prestazioni; così, per dirne qualcuna, gli interventi per la cataratta o per il tunnel carpale non saranno più da regime ospedaliero bensì ambulatoriale. Inoltre, tra i “si dice” ci sono anche l’inclusione dell’epidurale per il parto, 110 nuove malattie rare e cinque patologie croniche. Si vedrà.
Il “definanziamento” del Ssn
Intanto, come dicevamo, il ministero della Salute ha dato i suoi numeri sul Ssn. Per esempio, il “definanziamento” (è meno doloroso di “tagli”?) del Ssn atteso nel 2014 sarà di circa 8 miliardi di euro. Questa cifra, ha spiegato Filippo Palumbo, direttore generale del ministero della Salute, deriva dalla sommatoria di varie manovre: la legge di stabilità e i decreti 95 e 98. Per il 2013 invece, ha detto Palumbo, «il minor finanziamento atteso è pari a 5,6 miliardi». È «evidente - ha commentato - che si tratta di una sfida difficilissima che può essere vinta solo se si incentiva una piena collaborazione tra lo Stato e le Regioni».
Proprio le Regioni, però, contestano la cifra data dal ministero e insistono nella loro valutazione: «L'ammontare complessivo dei tagli effettuati dalle manovre e dagli interventi finanziari negli ultimi anni – ha sostenuto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - ammonta, per il periodo 2012-2015, a poco meno di 30 miliardi. Un quadro – ha commentato - che mette in serio rischio servizi fondamentali per i cittadini».
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