UDI, UNITA’ DI DEGENZA A GESTIONE INFERMIERISTICA, IL SECCO NO NEL LAZIO
E’ stato Giuseppe Lavra,
segretario regionale CIMO Lazio a presentare ricorso al TAR nei giorni scorsi,
e ad invitare il Governatore della Regione Zingaretti a tornare sui suoi passi…un
secco “NO” alle UDI (Unità di Degenza a Gestione Infermieristica). Per Lavra
queste UU.OO. mettono a serio rischio la vita dei cittadini, perché si affidano
pazienti alle cure di personale non medico che non ha la formazione e la
preparazione specifica necessaria allo svolgimento di compiti di “diagnosi e
terapia”.
Pur rimanendo d’accordo con
questa linea di pensiero, ribadendo il
concetto che medici ed infermieri hanno, per formazione universitaria,
competenze completamente differenti, ci è sembrato un tantino esagerato il
tono della polemica, ancor più se si pensa che non vi è stato nessun
chiarimento specifico al riguardo da parte di chi proponeva il progetto.
A nostro avviso, e ribadiamo “A
NOSTRO AVVISO”, le UDI dovevano nascere come strutture intermedie per tutti quei soggetti che avessero già
oltrepassato la fase diagnostico-terapeutica, ed avessero solo bisogno di
assistenza di tipo “infermieristico” difficilmente erogabile a domicilio…ci
preme ricordare al dottor Lavra che la maggior parte delle RSA presenti sul
territorio nazionale sono completamente a gestione infermieristica, con medici
responsabili chiamati solo in caso di necessità, ricordiamo anche che alcuni “Reparti
Ospedalieri” sono affidati alla sola presenza infermieristica con medici in
regime di reperibilità a casa e che una buona percentuale delle postazioni 118
sono gestite da associazioni di volontariato, senza la presenza di un medico ma
con “SOLO” infermieri e soccorritori altamente preparati…così…GIUSTO PER
RICORDARLO!!!
RIFLESSIONE: L’INFERMIERE
NON DEVE SOSTITUIRSI AL MEDICO PERCHE’ NON NE HA LE COMPETENZE, LA FASE
DIAGNOSTICO-TERAPEUTICA E’, E RIMANE COMPETENZA MEDICA…ALL’INFERMIERE IL
COMPITO DELL’ASSISTENZA COME DECANTATO DAL SUO PROFILO PROFESSIONALE (d.m.
739/94)…
QUELLO CHE NON RIMANE CHIARO E’
CHE: quando succede per sopperire alla carenze organizzative delle Direzioni,
gli infermieri sono in grado di portare avanti di notte e nei festivi, intere
UU.OO. in ospedale con pazienti in fase acuta, e di gestire le urgenze anche
prima dell’arrivo del personale medico chiamato in reperibilità da casa, magari
a 50 km di distanza…ALLORA, O L’INFERMIERE PUO’…O NON PUO’…DECIDETEVI!!!
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