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Al via il master in infermiere di famiglia e di comunità

Si è svolta venerdì scorso (7 dicembre), nell’auditorium del polo didattico e formativo di Santa Maria a Colle nel complesso di Maggiano, l’inaugurazione della quarta edizione del master in infermiere di famiglia e di comunità, anno accademico 2012/2013, coincisa con la presentazione delle interessanti tesi degli studenti della terza edizione. Grazie alla collaborazione tra la facoltà di medicina e chirurgia di Pisa e l’azienda Usl 2 di Lucca è stato infatti attivato tre anni fa - come primo del genere in Toscana e uno dei pochi a livello nazionale - il master di primo livello per la formazione di questa nuova figura che è andata ad arricchire il settore delle cure primarie.
L’importanza dell’iniziativa è stata evidenziata dal direttore del master Mario Giusiani, dal direttore sanitario dell’azienda Usl 2 Lucca Joseph Polimeni, dal presidente dell’Ordine dei Medici di Lucca Umberto Quiriconi, dal presidente del collegio infermieristico Ipasvi di Lucca Maria Cristina Orsi, dal coordinatore amministrativo del dipartimento integrato interistituzionale dell'Università di Pisa Claudia Cimino, dalla responsabile della formazione infermieristica universitaria dell’azienda Usl 2 di Lucca Manuela Ricci, dalla responsabile Infermieristica della zona distretto della Valle del Serchio Maria Bertoncini e da alcuni medici di medicina generale. Nel corso della giornata gli infermieri laureati che hanno partecipato alla terza edizione del master hanno presentato e discusso le loro tesi di laurea, incentrate proprio sull’organizzazione e sulla rete dei professionisti al servizio della famiglia e della comunità.
La sperimentazione dell’infermiere di famiglia e di comunità
Sul territorio dell’Azienda Usl 2 la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità è presente già da quattro anni, in maniera sperimentale. In questo periodo l’innovativo modello organizzativo infermiere di famiglia è stato infatti attivato in alcuni moduli di medici di medicina generale. L’infermiere di famiglia si quindi è espresso come professionista che ha operato in collaborazione con il medico di medicina generale. La sua funzione primaria è stata quella di assicurare la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare, sia in quello ambulatoriale, fornendo i servizi più richiesti dagli utenti e diventando un punto di riferimento per la comunità anche per quanto riguarda l’informazione sanitaria, la prevenzione, la promozione della salute e l’accesso ai servizi che l’azienda sanitaria mette a disposizione dei cittadini. Il punto focale, il vero valore aggiunto alla professionalità e alla competenza degli infermieri di famiglia, è legato al rapporto che si è instaurato con le famiglie e con i medici di famiglia agendo sulla loro possibilità di continuità assistenziale e cercando di dar vita a un’azione educativa destinata a potenziare le capacità di auto cura e, quando necessario, di adattamento dei pazienti e della famiglia alla malattia cronica e invadente. Nel corso delle attività hanno assunto grande importanza le frequenti occasioni di contatto diretto con la popolazione: in questo modo sono si sono venuti a creare i presupposti per una diffusione capillare degli interventi. In secondo luogo, gli operatori hanno avuto la possibilità di interagire con vari organismi e gruppi locali (circoli sociali, parrocchie, associazioni di volontariato) che sono nello stesso tempo attori e moltiplicatori dell’educazione sanitaria nel contesto della comunità. Il vero punto di forza del modello organizzativo si è espresso nei professionisti infermieri attraverso l’assunzione di responsabilità del raggiungimento dei risultati ottenuti e non più soltanto sulla prestazione effettuata. In questo periodo di sperimentazione sono stati ovviamente riscontrati anche alcuni punti di criticità, legati soprattutto ad aspetti organizzativi, che saranno oggetto di azioni di miglioramento.
Una nuova figura professionale
A fianco del medico di famiglia, è arrivato dunque l’infermiere di famiglia, un’interfaccia con il medico di fiducia e con tutti gli altri professionisti che lavorano nel settore delle cure primarie come ostetriche, fisioterapisti, assistenti sanitari. L’infermiere di famiglia si fa carico di un gruppo di nuclei familiari, di una comunità, per seguirla in percorsi di assistenza integrandosi con il medico curante e gli altri specialisti. Ovviamente sono necessarie capacità complesse per entrare nella vita familiare delle persone in un momento di difficoltà e portare un aiuto competente. L'infermiere diviene così un elemento decisivo per una reale integrazione tra sanitario e sociale, contribuisce ad assicurare la continuità assistenziale, un'integrazione tra l'ospedale, i servizi distrettuali e il medico di medicina generale. Questa nuova figura gioca un ruolo importante nel potenziamento del lavoro congiunto (multiprofessionale) e nella valorizzazione dei principi della sanità di iniziativa.
L'infermiere di famiglia e di comunità rappresenta anche un momento di crescita della professione, verso una dimensione di maggiore autonomia e responsabilità. Infine ha un ruolo fondamentale per la diffusione di corretti stili di vita e per l’informazione sui servizi offerti dal territorio. Per assumere il nuovo ruolo è necessario, ovviamente, essere infermieri, quindi aver conseguito la laurea in Scienze Infermieristiche e poi seguire un’ulteriore formazione ad hoc, quella garantita attraverso il Master presente a Lucca da tre anni, che offre competenze adeguate per svolgere questa attività. Importante è poi la fase del tirocinio, in cui si fa esperienza sul campo delle tecniche apprese a lezione, che potrà essere effettuato nelle strutture assistenziali lucchesi o comunque in quelle dell’area vasta nord ovest. Fra l’altro l’introduzione di questa nuova figura nel nostro sistema sanitario nasce dalle richieste di determinate fasce di popolazione e applica le prescrizioni dell’Oms, che prevede appunto il ruolo dell’infermiere di famiglia. Il centro formativo di Santa Maria a Colle sta assumendo intanto un ruolo sempre più importante non solo nella comunità lucchese ma anche negli ambiti di area vasta e regionale, anche perché da tempo Lucca è stata scelta dalla Regione Toscana come centro di riferimento per la formazione.

Fonte: luccaindiretta

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