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Allarme precari, 80.000 infermieri. Senza loro la sanità si ferma

La situazione era critica anche senza tagli e senza spending review. La sanità pubblica italiane è sempre più in mano ai precari. Tra medici (10.000) e infermieri (80.000) si calcolano almeno 90.000 lavoratori del Servizio sanitario nazionale con contratti a tempo determinato. Quando va bene. La maggior parte dei medici ‘a tempo’, infatti, ha sottoscritto accordi ‘fantasiosi’: “Si va dai co.co.co ai co.co.pro fino ad accordi come libero professionisti”.
La gran parte dei 115 mila precari in sanità stimati dal ministro della Pubblica amministrazione riguarda però gli infermieri. “A oggi – spiega il segretario amministrativo nazionale del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, Daniele Carbocci – registriamo circa 80 mila infermieri con contratto a tempo determinato, su circa 300 mila operatori che prestano servizio nella sanità pubblica”. Difficile sapere tra questi 80 mila, quelli con contratti prossimi alla scadenza: “La maggioranza ha accordi di un anno rinnovabili – sottolinea Carbocci – ma, essendo stipulati a livello aziendale, è complicato avere un quadro preciso”.

Preoccupata la presidente della Federazione collegi Ipasvi, Anna Lisa Silvestro: “Posso comprendere che non si possono stabilizzare tutti, ma è necessario fare un’attenta riflessione sulle priorità”. Secondo la Silvestro, le ripercussione sui cittadini sarebbero pesantissime. “Se non si stabilizzano i precari della sanità – spiega – si rischia di non riuscire più a garantire i livelli essenziali di assistenza. La politica deve assumersi le sue responsabilità”.

Fonte: proterin

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