MOBILITA’ NEGLI OSPEDALI DEL LAZIO
Il governatore Zingaretti, pare, ci vuol provare, giocando una carta che
nessuno aveva osato neanche immaginare. Per risolvere i problemi ci sarà la
mobilità del personale tra gli ospedali della regione, anche approfittando di
un piano che prevede chiusure e ridimensionamenti. Tutto scritto nel decreto
del commissario per la sanità (Nicola Zingaretti appunto) consegnato ai tecnici
del Ministero dell’Economia e della Salute. Formalmente si chiama «Nuova
edizione dei programmi operativi 2013-2015»: 180 pagine per applicare il piano
di rientro dal disavanzo. Che ne penseranno i tecnici del tavolo Massicci? Il
governo guarda pudicamente dall’altra parte. C’è un subcommissario governativo
in uscita, la Lorenzin lo ha già ricollocato all’interno del Ministero, ma non
si deve sapere troppo in giro. E i sindacati come la prenderanno? E i
dipendenti coinvolti? Amatrice fugge e chiede l’adesione alla sanità oltre i
confini regionali, per altre realtà penalizzate sarà più difficile.
Il piano di Zingaretti infila una serie di novità. Come quella del San Filippo Neri, che non sarà più un’azienda ospedaliera autonoma, ma sarà assorbito dall’Asl Roma E. Quest’ultima si unirà alla Roma A. Una rivoluzione. Il Santo Spirito diventerà il punto di riferimento per l’emergenza nel centro di Roma. Ci sarà la mobilità del personale tra gli ospedali, si diceva spostando i dipendenti dove servono: i direttori generali, prima di fare assunzioni, dovranno attingere dal bacino dei trasferimenti.
Nel Lazio la sanità ha circa 50.000 dipendenti, una città grande come Viterbo; gli stipendi pesano 2,82 miliardi di euro. Il piano prevede un regolamento sulla mobilità, per usare i dipendenti dove servono. Poiché si chiudono e si riconvertono ospedali, ci saranno degli spostamenti, tenuto conto che il decreto Madia apre a trasferimenti entro i 50 chilometri.
Nel Lazio, a causa del piano di rientro, il turnover (le sostituzioni di chi va in pensione) è al 15 per cento. Ma il piano è perentorio: le assunzioni saranno autorizzate solo dopo avere valutato se si può ricorrere dai trasferimenti. I direttori generali dovranno fissare gli organici negli atti aziendali entro il 15 ottobre. E dovranno fare un censimento dei dipendenti che per ragioni di salute hanno diritto al «minore aggravio» (servizio limitato per ragioni di salute). Dipendenti e pazienti sono in vacanza, ma sono avvertiti. Se e quando il piano diventasse realtà pratica sarebbe una vera rivoluzione
Il piano di Zingaretti infila una serie di novità. Come quella del San Filippo Neri, che non sarà più un’azienda ospedaliera autonoma, ma sarà assorbito dall’Asl Roma E. Quest’ultima si unirà alla Roma A. Una rivoluzione. Il Santo Spirito diventerà il punto di riferimento per l’emergenza nel centro di Roma. Ci sarà la mobilità del personale tra gli ospedali, si diceva spostando i dipendenti dove servono: i direttori generali, prima di fare assunzioni, dovranno attingere dal bacino dei trasferimenti.
Nel Lazio la sanità ha circa 50.000 dipendenti, una città grande come Viterbo; gli stipendi pesano 2,82 miliardi di euro. Il piano prevede un regolamento sulla mobilità, per usare i dipendenti dove servono. Poiché si chiudono e si riconvertono ospedali, ci saranno degli spostamenti, tenuto conto che il decreto Madia apre a trasferimenti entro i 50 chilometri.
Nel Lazio, a causa del piano di rientro, il turnover (le sostituzioni di chi va in pensione) è al 15 per cento. Ma il piano è perentorio: le assunzioni saranno autorizzate solo dopo avere valutato se si può ricorrere dai trasferimenti. I direttori generali dovranno fissare gli organici negli atti aziendali entro il 15 ottobre. E dovranno fare un censimento dei dipendenti che per ragioni di salute hanno diritto al «minore aggravio» (servizio limitato per ragioni di salute). Dipendenti e pazienti sono in vacanza, ma sono avvertiti. Se e quando il piano diventasse realtà pratica sarebbe una vera rivoluzione
FONTE: online news
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