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Sanità, entro settembre le assunzioni in Puglia

BARI - Primo confronto tra l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, e i direttori generali delle Asl sulle 2.563 assunzioni previste con le nuove deroghe ottenuto dal governo. Il titolare della sanità non intende deviare di un centimetro dal percorso individuato dalla giunta regionale e che prevede, per la copertura degli organici in tutte le sei province, una spesa di 151 milioni e 482mila euro. Di qui l’indicazione ai manager Asl a fare presto nell’avvio delle procedure: entro settembre dovranno essere definiti sia i nuovi bandi sia lo smaltimento delle graduatorie sulla mobilità. Ma, soprattutto, non potranno essere avanzate nuove richieste da parte dei vertici Asl, alle prese con le coperture nelle specialità dove il fabbisogno è più alta. Respinta, dunque, la richiesta avanzata dalla Bat circa un aumento dei nuovi posti.

Tra dirigenti medici, infermieri e tecnici - ricordiamo - sarà l’Asl di Bari a fare il «pieno», con 478 innesti in organico per una spesa (comprensiva di rinnovi contrattuali) di 29 milioni e 174mila euro. Segue Taranto, con 383 unità in organico e 20 milioni e 475mila euro. A Brindisi, invece, sarà garantita copertura per 264 posti con un costo di 17milioni e 235 mila euro; segue la Bat, con 274 assunzioni e 15 milioni e 478mila euro di spesa; quindi Foggia, con 230 posti e 14 milioni e 658mila euro. Fanalino di coda, tra le proteste dei consiglieri regionali salentini, la Asl di Lecce, con 221 innesti e 13 milioni e 228mila euro. Il Barese, però, potrà contare anche su 344 unità nell’organico del Policlinico (19 milioni e 253mila euro di spesa) e sui 92 neo-assunti all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II (4 milioni e 630mila euro di spesa). Per gli Ospedali Riuniti di Foggia, invece, sono previsti 217 innesti in organico con una spesa di 13 milioni e 812mila euro, mentre nell’Irccs «De Bellis» di Castellana arriveranno 60 unità con una spesa di 3 milioni e 479mila euro.

Chiuso il confronto con i manager, Pentassuglia ha tenuto una riunione anche con i sindacati per analizzare la vicenda delle Sanitaservice pugliesi, le società in-house allestite dalle Asl per realizzare le internalizzazioni dei servizi affidati a cooperative esterne (portierato, pulizia, trasporti etc.). Al centro del confronto, anche in questo caso, la situazione degli organici, in particolare quelli di Lecce, dove 538 lavoratori (sui 938 complessivi) avrebbero ancora un contratto di lavoro part-time. I sindacati spingono perché venga esteso il full-time (36 ore) a tutti, ma Pentassuglia - coadiuvato dal direttore d’area Vincenzo Pomo - ha sollecitato le Asl a consegnare i bilanci e i piani d’impresa delle società prima di assumere decisioni.

Nel frattempo, parte l’offensiva dei senatori pugliesi di Forza Italia sullo scandalo «tariffe d’oro» all’Asl di Bari. Con un’interrogazione - spiega Luigi D’Ambrosio Lettieri - viene chiesto «un intervento immediato dell'Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, nonché del Commissario per la spending review al fine di verificare il corretto governo della spesa in tutte le Asl della Regione Puglia, insieme all’attivazione di procedure urgenti per l’attivazione di tutti i poteri ispettivi di competenza». Affiancato dai senatori pugliesi Amoruso, Bruni, Bruno, Iurlaro, Liuzzi, Perrone, Tarquinio e Zizza, D’Ambrosio sollecita i ministri dell’Economia e della Salute, dopo il danno erariale emerso nell’Asl barese per circa 24 milioni di euro, ad adottare «provvedimenti urgenti e definitivi» per «prevenire e contrastare ogni fenomeno di scorretta o illecita gestione delle risorse economiche, destinate al finanziamento della sanità pugliese». Senza dimenticare che «dal 2007 al 2013 la Giunta regionale, al fine di garantire il ripiano del deficit sanitario sottoposto a Piano di Rientro, ha imposto ai cittadini pugliesi tasse regionali aggiuntive per un totale di 1,865 miliardi di euro».

Di Bepi Martellotta
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

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