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Andreula - Infermieri e 566: è proprio vero che ci si vuole muovere verso le competenze avanzate?


Leggiamo su Quotidiano Sanità del 25 marzo una lettera di Saverio Andreula, Presidente del Collegio IPASVI di Bari, in merito al comma 566 della legge di stabilità 2015 (Clicca).
Con la sua usuale puntigliosità, Andreula riprende e sintetizza le tappe tecnico-normative della riforma delle professioni sanitarie di cui il comma 566 è un tassello, l’ultimo in termini temporali.
Soffermandosi soprattutto sugli intenti incompiuti e sui vuoti che norma e prassi hanno insinuato ed espanso nell’esercizio della professione infermieristica, e tenendo conto delle ultime espressioni di pensiero riguardo alle cosiddette competenze avanzate, alla ridefinizione degli ambiti intra-professionali e alle prese di posizione della politica e delle rappresentanze sanitarie, Andreula si pone e pone un quesito che riassume bene la questione, vista dagli infermieri: di tutto questo, cosa gioverà agli infermieri?
Una domanda semplice che sottintende una serie di quesiti complementari e tutt’altro che banali o secondari: quale infermiere uscirà dal 566 se non esiste traccia di un riconoscimento di natura contrattuale e in ambito concorsuale della sua specializzazione? E’ proprio vero che ci si vuole muovere verso le competenze avanzate? Oltre al tempo di gestazione di questo sofferto parto che sta travagliando in molte sedi e del quale ancora non si vede una conclusione certa, da quello che sappiamo riguardo l’invarianza finanziaria dell’operazione e da quello che leggiamo in questi giorni sulla definizione di atto medico, i dubbi di Andreula sembrano, ancora una volta, per nulla infondati.



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