INFERMIERI AGGREDITI, E’ ALLARME IN SICILIA
Ripubblichiamo l’articolo
riguardante la grave situazione siciliana di aggressione nei confronti degli
infermieri e personale sanitario in genere, denunciata da un noto sindacato di
categoria, situazione che comunque non sembra essere solo circoscritta al
territorio siciliano:
Politica,
Presidenti della Regione, Assessori e i 90 deputati dell'ARS dei governi
regionali che si sono succeduti si sono sempre disinteressati e hanno ignorato,
trascurato il settore più importante della sanità: l'assistenza
infermieristica.
Il sindacato di
categoria denuncia l'escalation di violenza in tutta la Sicilia, ultimo caso a
Palermo: "Siamo pochi, si sbaglia e scattano facilmente le denunce. Il
personale sanitario non è tutelato"
PALERMO - In
tutti gli ospedali siciliani gli infermieri, come i medici, si trovano a
lavorare in un clima di tensione: minacciati verbalmente e fisicamente, con la
paura di essere denunciati per presunti casi di "nursing
malpractice". E' l' allarme lanciato dal Cni-Fsi Sicilia, Coordinamento
Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti. L'ultimo
caso è avvenuto qualche giorno fa a Palermo. Un operatore del 118 fuori
servizio è stato colpito a bastonate da due uomini dopo avere rimproverato un
ragazzino. Il 42enne ha riportato un trauma cranico e addominale, la frattura
del setto nasale e ferite in tutto il corpo. E' ricoverato in condizioni
gravissime al Civico. Episodio purtroppo
non isolato, tanto che il Cni-Fsi Sicilia aveva deciso già a febbraio scorso di denunciare l’insostenibile
situazione alle nove procure siciliane.
“Una delle
principali cause di questo aumento di aggressioni nei servizi sanitari –
denuncia il segretario regionale di Coordinamento Calogero Coniglio – è la carenza del personale infermieristico
presente negli ospedali: siamo pochi, si
sbaglia e scattano facilmente le denunce. I cittadini non si fidano più e gli
infermieri in primis, professioni sanitarie ostetriche, riabilitative,
tecniche, della prevenzione, e medici,
sono sempre più a rischio di aggressioni. Minacce verbali, spintoni e
spallate nei pronto soccorsi ospedalieri sono all’ordine del giorno in tutta
Italia e le aggressioni vere e proprie diventano sempre più frequenti. Ma il
problema sta alla base. Manca la sicurezza e il personale. C’è carenza del
servizio di polizia. E gli operatori sanitari non sono tutelati”.
Il rischio di
subire aggressioni per infermieri e operatori sanitari è, infatti, più elevato
rispetto ad altri lavoratori che operano in contatto diretto con l’utenza. Il
tipo di violenza che colpisce maggiormente gli operatori sanitari è quella
proveniente dai pazienti e dai loro parenti, attraverso aggressioni fisiche,
verbali o di atteggiamento. Gli effetti sull’operatore si possono verificare
sia personalmente che professionalmente, oltre ad effetti negativi in termini
economici, sociali e di qualità delle cure prestate. Gli operatori sanitari,
per tutelarsi, sono così costretti a stipulare un’idonea assicurazione per i
rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale, in quanto
l'azienda ospedaliera non copre la colpa grave.
“Noi del Cni-Fsi
Sicilia - continua Coniglio - ci siamo
stancati di tutto questo e intendiamo lottare energicamente con tutti gli
strumenti per salvare la sanità pubblica in un modell0. Da anno sottoponiamo
alla regione, ad assessori e presidenti che si sono succeduti, le problematiche
infermieristiche che si ripercuotono su pazienti, non vogliamo essere più
bersagli dei cittadini che giustamente esigono assistenza di qualità, abbiamo
presentato nove denunce alle Procure siciliane, una Procura per provincia,
abbiamo continuamente denunciato a tutti gli organi di stampa, una regione
latitante, adesso denunceremo al Ministero della Salute.”
"Per
ridurre le aggressioni - conclude il dirigente sindacale FSI Salvatore
Ballacchino - sarebbe opportuno assumere subito Infermieri e operatori sanitari
appartenenti alla Legge 42/99 e un programma di prevenzione valutando i rischi
nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle
competenze comunicative e informando l’utenza dell’esistenza di una politica
aziendale di tolleranza zero alle aggressioni".
CNI-FSI SICILIA
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