Lorenzin al Cardarelli di Napoli per un’ispezione a sorpresa: «Sono qui per una visita». L’infermiere: «Che sintomi accusa?»
Napoli- «Sono qui per una visita...» e l’infermiere al triage risponde «quali sintomi accusa?»: un pittoresco fuori programma ha dato il via all’ispezione a sorpresa del ministro della Salute BeatriceLorenzin nell’ospedale Cardarelli di Napoli.
Il ministro ha visitato il pronto soccorso, le medicherie, il “red point” (dove vengono sistemati i pazienti classificati in codice rosso) e i reparti di osservazione intensiva breve, emodialisi e quello di rianimazione.
Beatrice Lorenzin, nel corso del tour, è stata accompagnata dal primario Fiorella Paladino e daldirettore generale Rocco Granata. Si è intrattenuta con il personale medico che ha colto l’occasione per illustrarle la situazione del nosocomio: «È un ospedale sotto stress - ha detto il chirurgo Pasquale Zenone - che dall’inizio dell’anno, cioè in appena 25 giorni, ha dovuto trattare complessivamente ben 6500 ingressi».
Al ministro, il chirurgo ha anche sottolineato che c’è la cattiva abitudine di recarsi in ospedale per disturbi anche lievi i quali «tolgono tempo ai pazienti che hanno veramente urgenza di essere assistiti». E per dare forza a questa affermazione ha citato «il caso delle partite del Napoli»: «Quando gioca il Napoli - ha proseguito il chirurgo - gli ingressi calano drasticamente».
Il ministro comunque ha detto di aver trovato un ospedale in cui «alcune cose funzionano benissimo» e dove ci sono problemi «che sono l’epifenomeno dei problemi della sanità italiana». «Sono stata fortunata, anzi sono stati fortunati gli operatori: oggi è una giornata tranquilla», ha detto ancora il ministro. Ma, prevalentemente, il numero delle persone che si recano al Cardarelli per farsi curare non è così basso come quello che ha trovato oggi il ministro.
«C’è un cattivo rapporto con il territorio - ha spiegato Lorenzin - la struttura è tecnologicamente avanzata, lo sanno tutti e quindi tutti vengono in questo ospedale, senza filtri, anche non andando in altre strutture che sono sul territorio, che potrebbero benissimo assorbire e frenare l’arrivo in un ospedale come questo». Per Lorenzin, il cospicuo numero di accessi che si registrano nel nosocomio napoletano (già 6500 dall’inizio dell’anno) può, quindi, essere risolto facendo funzionare il territorio, «con i medici di medicina generale, i poliambulatori, e le altre strutture della rete ospedaliera». Questo, secondo il ministro, passa anche per i pazienti, «che devono essere abituati ad andare al pronto soccorso solo per le urgenze, e non per altro».
Fonte: ilsecoloxix.it
Nessun commento:
Grazie per il tuo commento. Quotidiano Infermieri