Sorgerà tra il padiglione oncologico ed il plesso principale, il nuovo Trauma Center dell'Ospedale Vito Fazzi di Lecce. Oggi l'inaugurazione dei lavori alla presenza di tutti i rappresentanti delle istituzioni territoriali e dell'Asl nella persona del direttore generale, il Dottor Valdo Mellone
LECCE - Un anno e otto mesi ancora, 600 giorni in tutto, e il Salento saluterà l’apertura del nuovo padiglione dell’ospedale Vito Fazzi, il più grande investimento di edilizia ospedaliera da decenni a questa parte. Tempi e progetto, messi nero su bianco, sono stati presentati ieri nella sala conferenze del Polo Oncologico Giovanni Paolo II, dal presidente della Regione Nichi Vendola, dall’assessore regionale al Welfare Elena Gentile e dal direttore generale della Asl Valdo Mellone. Si contavano, in platea, tutte le più alte cariche istituzionali del territorio. Vuoi per l’importanza del progetto da 117 milioni di euro, che dopo una lunga e sofferta battaglia legale fra le imprese partecipanti alla gara, resta imbrigliato nell’ultimo ricorso pendente al Consiglio di Stato, quello con la quarta classificata Salini. Vuoi, ancora, per l’avvicinarsi inesorabile dell’appuntamento con le elezioni regionali che vedrà moltiplicarsi, nei mesi a venire, eventi di questo tipo e risonanza.
L’emiliano Consorzio Cooperative Costruzioni, che si è aggiudicato l’appalto, ha assicurato che al lavoro delle ruspe, già all’opera nell’area compresa fra l’attuale Fazzi e il padiglione oncologico, sarà impressa un’accelerata per recuperare i circa 200 giorni perduti fra polemiche e guerre al Tar. Assimilate, queste ultime, alle forbici che tarpano le ali di un’economia già in affanno. «Il sistema delle imprese - ha insistito Vendola - si guardi allo specchio e faccia una riflessione: ho firmato l’accordo con il ministero per la realizzazione di quest’opera nel 2007 e la posa della prima pietra avviene nel 2013. Un ospedale non può fermarsi perché tre o quattro imprenditori litigano». Il peggio, secondo il quadro delineato dal professor Ernesto Sticchi Damiani che ha difeso la Asl nelle contese al Tar, sembra però alle spalle. E il Salento, affamato di nuove tecnologie così come di nuovi medici e infermieri, potrà contare presto su «una struttura all’avanguardia, che allineerà l’offerta di sanità salentina - ha detto Mellone - agli standard di qualità stabiliti dall’Unione Europea». Il nuovo padiglione dell’ospedale Fazzi ospiterà al piano terra e al primo piano l’area dell’Emergenza, con l’urgenza dell’area chirurgica, del Trauma center, dell’area di terapia intensiva (rianimazione, medicina iperbarica). L’area esterna del Pronto soccorso sarà dotata di uno spazio per la sosta di 4 mezzi di soccorso e di un sistema idrico per le procedure di decontaminazione in caso di calamità di tipo chimico o biologico, come l’ultima pandemia da influenza AH1N1, cosiddetta “suina”. Al terzo livello sarà localizzata l’area cardio vascolare, con i reparti di Cardiologia, Unità coronarica, Cardiochirurgia, Emodinamica e Chirurgia Vascolare. Al quarto piano, i reparti di Neurologia, Neurochirurgia, Stroke unit. Nel nuovo plesso ci sarà spazio anche per il dipartimento di Diagnostica per immagini e interventistica, per il Centro ustionati e il Centro trapianti. In tutto 330 posti letto, suddivisi in stanze singole con bagno privato, ben 15 sale operatorie e, nell’autorimessa interrata, 246 posti per le auto e altri 120 per i motoveicoli. Il nuovo cantiere è un passo avanti in quella che Vendola ha definito «la messa in sicurezza del sistema sanitario pugliese e salentino», realizzata nonostante la stretta del piano di riordino, «che ci ha costretto a fare in un anno quello che normalmente (la chiusura di 21 ospedali pugliesi e la creazione di distretti e consultori ndr) si sarebbe dovuto fare in 10» . E realizzata, ancora, nonostante la politica, sensibile alle spinte localistiche dei singoli territori e quindi refrattaria ad accettare la chiusura dei piccoli nosocomi. «Se un piccolo ospedale non si può chiudere per la rivolta dei perdenti posto protetti dalla politica - ha sferzato Vendola - allora ci si dimentica della centralità dei diritti degli ammalati». Meno ospedali, più grandi, per rispondere alle esigenze sanitarie del Salento. Il nuovo padiglione servirà a questo. «A cantierizzare il futuro e contribuire, almeno un po’ - ha concluso il governatore - alla rinascita del Paese».
Fonte: Quotidiano di Puglia
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