Infermieri “talpa” di 6 ospedali fornivano i dati dei feriti per il recupero indennizzi
Il
giorno dopo l'incidente stradale, una volta dimessi dall'ospedale, i feriti
ricevevano la visita a casa del titolare o dell'impiegato di un'agenzia specializzata
nel recupero di indennizzi stradali. Dietro compenso si impegnavano a seguire
la pratica. C'erano delle «talpe» che segnalavano
nome, cognome, indirizzo e prognosi di chi arrivava al pronto soccorso in
seguito a incidenti stradali. Agivano ai Riuniti, alla Humanitas Gavazzeni,
agli ospedali di Seriate, Alzano, Treviglio, Ponte San Pietro. Spedivano i
referti via fax perché le informazioni arrivassero a qualche emissario di
agenzie specializzate in recupero indennizzi. Il quale, spesso il giorno dopo
la dimissione, suonava al campanello della vittima per offrire (ovviamente a
pagamento) i propri servigi.
Ad
una delle vittime è venuto il sospetto per il tempismo perfetto dell'agenzia,
per i dettagli dell'incidente stradale e la conoscenza dei propri dati personali.
E'
il febbraio 2009. La donna si presenta ai carabinieri di Seriate. L'inchiesta
del pubblico ministero Franco Bettini batte la pista giusta e arriva
all'agenzia specializzata negli indennizzi per incidenti stradali: la Cis che
ha sede in via Paleocapa a Bergamo. Sotto inchiesta per rivelazione ed utilizzo
del segreto d'ufficio finiscono il titolare della Cis, C.E. di 53 anni
residente a Bergamo, e un collaboratore G.D., 40 anni residente a Ubiale
Clanezzo.
Secondo
l'accusa i due ricevevano informazioni nientemeno che da personale
infermieristico che operava all'interno di sei ospedali bergamaschi. Alcuni di
loro avrebbero fornito alla Cis 107
liste con i dati di ben 1.156 pazienti in cambio di miseri compensi economici.
Che schifo!
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