L’INFERMIERE E L’EGA…FACCIAMO CHIAREZZA
Non di rado capita, nei
reparti di degenza, di scontrarsi coi medici su argomenti riguardanti le
diverse competenze medico-infermiere…uno di questi argomenti è ANCORA il prelievo arterioso per emogasanalisi (EGA),
pratica che tutt’oggi ha un’interpretazione differente da nord a sud, da est ad
ovest e da reparto a reparto.
In molte realtà è
ancora una manovra considerata di competenza medica…NULLA DI PIU’ SBAGLIATO!!! Ma
ATTENZIONE…
In questo post
cercheremo di capire effettivamente come stanno le cose.
Data l'abolizione del
mansionario con la L. 42/99, sembra scontato che queste attività rientrino
nell'ambito delle competenze infermieristiche. Non tutti sanno, tuttavia, che
l'esecuzione del prelievo arterioso, da parte dell'infermiere, è sottoposta ad
alcune restrizioni.
Come chiarito nella
seduta del 23 giugno del 2005 dal Consiglio Superiore di Sanità a
seguito del parere richiesto dall'Ospedale di Latina, l'infermiere può eseguire
il prelievo arterioso, sia in ambiente ospedaliero, che domiciliare, che ancora
nell'espletamento dell'attività di assistenza domiciliare (ADI), ma dalla sola
arteria radiale (SAPPIAMO CHE SIETE “BRAVI”
A VOLTE PIU’ DEI MEDICI, MA EVITATE DI PUNGERE ARTERIE FEMORALI SE NON ASSOLUTAMENTE NECESSARIO!!!).
Nessun dubbio si pone,
invece, in merito alla piena competenza dell'infermiere nell'eseguire un
prelievo capillare, per esempio al lobo dell'orecchio od al tallone, nei
neonati.
Resta comunque assodato che l'infermiere può eseguire il prelievo arterioso solo qualora ne abbia le competenze ed in un contesto in cui sia presente un protocollo operativo che delinei le fasi della procedura e preveda modalità di prevenzione delle complicanze.
Resta comunque assodato che l'infermiere può eseguire il prelievo arterioso solo qualora ne abbia le competenze ed in un contesto in cui sia presente un protocollo operativo che delinei le fasi della procedura e preveda modalità di prevenzione delle complicanze.
Anche sentenze della
Corte di Cassazione hanno voluto precisare che “sia prevista sempre, per le corrette implicazioni sia mediche che
infermieristiche, l’esistenza nell’unità operativa o nella struttura sanitaria
di un protocollo operativo condiviso ed approvato”.
Il protocollo in
questione deve essere in grado di:
-assicurare la buona pratica di tecnica del
prelievo arterioso dall’arteria radiale per EGA;
-garantire l’adozione di ogni utile misura di prevenzione delle complicanze e del necessario trattamento nonché la tempestiva gestione dei rischi connessi.
-garantire l’adozione di ogni utile misura di prevenzione delle complicanze e del necessario trattamento nonché la tempestiva gestione dei rischi connessi.
MATERIALI
-dispositivi di protezione individuale
-traversa salvaletto
-disinfettante (clorexidina o iodopovidone)
-garze/batuffoli
-cerotto anallergico
-siringa per EGA
TECNICA
-informare il paziente ed i familiari
-lavarsi le mani ed indossare i DIP
-predisporre il materiale necessario
-posizionare una traversa salvaletto sotto l’arto
-valutare il circolo collaterale con il test di Allen (vedi approfondimento sotto)
-palpare l’arteria con indice e medio per ricercare
la pulsazione
-separare le due dita senza perdere la pulsazione
-disinfettare la zona interessata
-pungere con l’ago inclinato di 30/45 gradi e
prelevare il campione necessario
-rimuovere l’ago e inserirlo nel cubetto di gomma
per evitare il contatto con l’aria
-tamponare adeguatamente con una garza sterile per 5
minuti (10 in caso di paziente in TAO)
-smaltire l’ago ed eliminare l’aria nella siringa
prima di chiuderla col tappo LUER LOCK
-ruotare delicatamente la siringa per far miscelare
il sangue con l’eparina contenuta all’interno
TEST DI ALLEN
Il test di Allen
(conosciuto anche come prova di Allen) è un test clinico che viene
utilizzato in medicina per valutare l'afflusso di sangue alla mano ed alle dita
ed in particolare la pervietà delle arterie radiale ed ulnare. Il test viene anche eseguito per
esplorare l’arteria ulnare, prima di eseguire qualsiasi prelievo ematico
arterioso per l’emogasanalisi od incannulazione arteriosa che di norma avviene
sull'arteria radiale. In tal senso, il test valuta la capacità dell'arteria
ulnare di garantire un adeguato flusso di sangue alla mano in caso di
occlusione della radiale conseguente alle suddette manovre.
Il test si
compone di alcune tappe sequenziali.
- Al paziente viene richiesto di
posizionare il proprio braccio verticalmente e contestualmente stringere
con forza il pugno al fine di eliminare la maggior quantità possibile di
sangue dalla mano. Tale sforzo deve essere mantenuto per circa 30 secondi.
- Solo a questo punto
l'esaminatore comprime simultaneamente le arterie radiale e ulnare,
occludendole.
- Mentre la compressione è
mantenuta il paziente riapre la mano, che appare pallida (si osservi in
particolare il letto ungueale).
- L'esaminatore rilascia la compressione
della arteria ulnare.
Il tempo di
ricolorazione della mano è normalmente nell'ordine dei 5-7 secondi. Secondo
alcuni studi il 93% delle arterie ulnari ed il 98% delle arterie radiali
permette una completa rivascolarizzazione della mano entro 6 secondi. Se entro
questo tempo la mano si ricolora normalmente se ne deduce che l'apporto di
sangue alla mano da parte della arteria ulnare è sufficiente ed è pertanto
possibile e ragionevolmente sicuro pungere l'altra arteria, cioè la radiale. Se
il colore della mano non ritorna alla norma nel giro di 7-10 secondi, il test è
considerato positivo e ciò significa che l'apporto di sangue alla mano da parte
dell'arteria ulnare non è sufficiente. L'arteria radiale non può quindi essere
punta.
Tra le fonti citiamo:
Rimandiamo anche
ad un nostro precedente post sulla lettura del referto dell’emogasanalisi:
nel frattempo in sala operatoria avranno già portato a termine un'appendicectomia....
RispondiEliminaniente di più sbagliato,credimi ....a farle bene le cose si impiega meno tempo che a farle male e si trova di certo più soddisfazione!!!!
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