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INFERMIERI ALLA MERCÈ DELLA SANITÀ: IL PRECARIATO


È del tutto sconvolgente che la crisi mondiale abbia colpito la Sanità e soprattutto il mondo Infermieristico.
Secondo alcuni studi di ricerca condotti negli ultimi anni, la Professione Infermieristica doveva essere la più richiesta negli anni a venire, comparendo nelle vette di classifica tra le professioni più richieste.

Oggi, per una contraddizione non solo italiana, nonostante l'enorme carenza di Infermieri nelle strutture sanitarie pubbliche e private, di Infermieri non se ne assumono.

Alcuni articoli della Costituzione della Repubblica Italiana recitano:

Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Art. 32.La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Chissà cosa direbbero oggi i padri fondatori della Costituzione Italiana di fronte alla crisi economica che ha colpito l'Italia (e il resto del mondo), creando un'ampia fetta di precariato e/o disoccupazione   ( i dati ISTAT 2013 parlano di un tasso di disoccupazione complessiva pari all'11,5%.)

Secondo degli studi condotti dall' EFN (Federazione Europea delle Associazioni Infermieristiche) negli ultimi anni si è avuta una riduzione dei posti di lavoro in tutta Europa, il taglio degli stipendi degli Infermieri, il congelamento dei salari ed una drastica riduzione delle assunzioni.
Le ultime stime parlano di ben 30.000 infermieri precari, ma il fatto veramente sconcertante è che ogni tre/sei mesi si ritroveranno disoccupati o con l'ansia di un rinnovo contrattuale.
Proviamo per un attimo a pensare alla situazione psicologica di chi vive per anni e anni in questa situazione: subentra la non realizzazione, impossibilità di crearsi una famiglia, impossibilità di richiedere un mutuo, e tanto ancora... per non parlare di chi è assunto mediante cooperativa, che oltre al posto precario percepisce uno stipendio medio inferiore del 50% rispetto ai colleghi che sono regolarmente assunti nelle aziende.

Potremmo definirli INFERMIERI ALLA MERCÈ DELLA SANITÀ oppure INFERMIERI IN AFFITTO. 
Questa definizione sembra essere un po' cruda ma è la realtà della situazione che stiamo vivendo.
Un'azienda assume un professionista per tre/sei mesi nel momento in cui ha bisogno ( posto vacante, ferie estive, sostituzioni di maternità ) e poi scarica perché il momento del bisogno è terminato.

Purtroppo viviamo in un periodo in cui le aziende non assumono, i concorsi si posso numerare sulle dita di una mano...concorsi addirittura per un solo posto e di partecipanti migliaia.

Ritroveremo dunque sempre più infermieri Adulti, con di certo una lunga esperienza, magari anche competenza, ma stanchi e con un probabile inadeguato livello di motivazione professionale.

Ma che fine farà la qualità assistenziale? "In Italia il Servizio sanitario nazionale garantisce a tutti i cittadini le prestazioni previste dai LEA: Livelli essenziali di assistenza (definiti a livello nazionale con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, entrato in vigore nel 2002). Essi sono costituiti dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza. Permettono che nessuno dei cittadini italiani possa essere escluso dalle cure perché troppo anziano o bisognoso di prestazioni troppo costose, perché dedito a comportamenti nocivi alla salute, troppo povero o, paradossalmente, troppo ricco: un reddito elevato può, al limite, giustificare la corresponsione di un ticket, ma non l’esclusione dal diritto all’assistenza." (Fonte Ministero della Salute)

La crisi economica ha imposto il ridimensionamento o riconversione degli ospedali, ma anche diminuzione delle prestazioni e delle attività sanitarie e la rivisitazione quindi dei LEA (livelli essenziali di assistenza).

Oggi ai PROFESSIONISTI INFERMIERI, MEDICI E PERSONALE SANITARIO in toto, viene richiesto di mantenere livelli alti di qualità, con minor risorse economiche e umane.

Ma permetteteci una domanda: come si fa a mantenere alti i LIVELLI DI ASSISTENZA (LEA) con poco personale? Proviamo ad immaginare una corsia con circa 30/35 pazienti e  soli due Infermieri (nella migliore delle ipotesi).

Purtroppo il governo, il ministro della Sanità ecc possono discutere per anni e anni sulle soluzioni a tutto ciò, ma chi non vive la corsia di un ospedale non è in grado di prendere decisioni adeguate. 

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