Breaking News
recent

INFERMIERI - Tagli e punture: una direttiva europea per la protezione degli operatori sanitari

Si stima che ogni anno in Italia almeno 100mila operatori sanitari si pungano o taglino accidentalmente durante il lavoro. E i più esposti sono gli infermieri. 

Con oltre i due terzi delle esposizioni accidentali, gli infermieri sono la categoria di operatori sanitari a più alto rischio biologico da taglie e punture sul luogo di lavoro.
È uno dei dati emersi dal convegno “Il diritto alla sicurezza. Prevenzione, protezione ed eliminazione del rischio di infezione per gli operatori sanitari” che si è svolto il 10 luglio a Roma. L'incontro è stato promosso dall'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione in collaborazione con il Gruppo Phase.
L'esposizione al rischio biologico rappresenta l'infortunio sul lavoro più frequente tra gli operatori sanitari (41% di incidenza), seguito dai traumi con il 30%. Delle circa 100 mila “esposizioni percutanee” l'anno stimate nel nostro Paese, il 63% è riconducibile a punture accidentali con ago cavo, il 33% a punture o ferite con dispositivi taglienti o pungenti diversi (come lancette e aghi di sutura), il restante 4% ad altri dispositivi. Dai dati del progetto Siroh (Studio italiano rischio occupazionale da hiv e da altri patogeni a trasmissione ematica) risulta che gli incidenti che hanno dato luogo a sieroconversione ad almeno uno dei virus hiv, hbv e hcv sono avvenuti durante un prelievo ematico nel 42% dei casi e altrettanti durante l'inserimento o manipolazione di un catetere. In queste due pratiche la percentuale degli infermieri sul totale degli esposti supera l'80%.
I costi, naturalmente, sono tutt'altro che trascurabili: in media circa 850 euro a evento, per un totale di 72 milioni l'anno solo per quelli diretti, senza calcolare quelli indotti.
E questo solo in Italia. Ma nel mondo il fenomeno assume dimensioni comprensibilmente molto più importanti: secondo un modello statistico elaborato dall'Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno più di tre milioni di operatori sanitari si feriscono sul lavoro; da taglie ferite conseguono circa 66 mila sieroconversioni hbv, 6 mila hcv e mille hiv; il 37% delle epatiti B, il 39% delle epatiti C e il 4,4% delle infezioni da hiv contratte dagli operatori sanitari sono direttamente riconducubili a un'esposizione al virus attraverso tagli o punture sul lavoro; circa 1.150 operatori nell'anno muoiono prematuramente nei trenta anni successivi all'infezione.
Eppure, come ha sottolineato Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato e dell'Associazione parlamentare che ha promosso il convegno, «ci sono studi che indicano che, con una prevenzione adeguata, si potrebbe evitare anche l'80% delle infezioni».

Si spiega così la direttiva europea 2010/32/UE del 10 maggio 2010 che, in soli cinque articoli e un allegato, dà attuazione a un accordo del 2009 tra l'Hospeem (l'Associazione europea dei datori di lavoro del settore ospedaliero e sanitario dell’Unione) e l'Epsu (la Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici) che dà indicazioni su come prevenire le ferite da taglio e punture tra gli operatori sanitari. 


Nessun commento:

Grazie per il tuo commento. Quotidiano Infermieri

Powered by Blogger.