I GIOVANI ITALIANI NON VOGLIONO FARE GLI INFERMIERI...
di Annalisa Silvestro
Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi
Roma 29 gennaio 2014
Non voglio qui riportarLe le numerose tabelle, gli studi e le analisi che evidenziano l’estrema necessità per i cittadini del nostro Paese di una risposta sanitario-assistenziale diversa da quella che fin qui abbiamo garantito. Abbiamo necessità di costruire un’offerta sanitaria che risponda all'aumento della cronicità, della fragilità, della non autosufficienza e che si impegni per garantire la continuità ospedale territorio e tra i servizi territoriali. Per garantire tale offerta sanitaria, abbiamo bisogno di aumentare il numero di infermieri in tutti i servizi sia di tipo ospedaliero sia - e soprattutto - di tipo territoriale e domiciliare.
Abbiamo bisogno di più infermieri oltre che per avvicinarci alla media europea anche per rispondere ad un diritto di civiltà: il diritto alla salute e ad un'assistenza dignitosa.
In Italia sono iscritti all’albo oltre 400.000 infermieri; oltre il 90% di loro sono italiani.
Le condizioni di lavoro degli infermieri nelle strutture e nei servizi dell'intero Sistema Salute italiano sono difficili. Tant'è che, pochi giorni fa, l'inserto di un noto quotidiano nazionale li ha definiti sull'orlo di "una crisi di nervi".
É noto che le strutture e i servizi sanitari del nostro Paese reggono grazie all'impegno e all'abnegazione degli operatori e dei professionisti sanitari. È altrettanto noto che la parte prevalente dei professionisti sanitari è costituita da infermieri.
C'è bisogno di infermieri. È verissimo. Il fatto è che di giovani italiani che hanno la laurea in infermieristica, che sono pronti e che, soprattutto, sperano di poter cominciare a lavorare, ne abbiamo oltre 30.000.
Ma sono disoccupati. In sanità non si assume o si instaurano rapporti di lavoro su cui è necessario fare una approfondita verifica.
Gli infermieri italiani ci sono, dunque, e hanno scelto di essere e di fare gli infermieri. Hanno competenza, capacità, motivazione ed una preparazione professionale che li rende richiesti all'estero, dove molti di loro si stanno recando depauperando il nostro patrimonio umano e professionale.
Le cose non stanno come Lei le ha rappresentate.
I dati, con cui non la voglio sommergere ma che Le posso produrre in ogni momento, evidenziano una realtà ben diversa.
Sono più che disponibile a presentarLe tali dati ogni momento, sia nella mia veste di Presidente della Federazione nazionale dei Collegi provinciali degli Infermieri, sia nella mia veste di Senatore della Repubblica.
Fonte: ipasvi
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