Infermieri non sanno dove mettere le mani in ambulanza
Infermieri professionali poco «professionalizzati» all’ospedale «Maria Paternò Arezzo». Non per imperizia degli interessati, quanto piuttosto perché non è stato loro consentito prendere parte ai corsi di aggiornamento periodici. Accade così che spesso gli infermieri non sanno dove mettere le mani nelle ambulanze, con tutto ciò che di negativo ne può conseguire per i degenti. Degenti che spesso in un reparto possono anche raggiungere il numero di 20, tutti appannaggio di un solo infermiere, dal momento che spesso altre unità facenti parte di un organico già sottodimensionato, vengono addirittura dislocate a Catania. Un carico di lavoro eccessivo dal quale ne consegue un servizio non del tutto ottimale. Inoltre gli infermieri non sono dotati dei cosiddetti «dispositivi di protezione individuale» per quando escono fuori dall’ospedale per accompagnare i degenti in altra struttura (calzature chiuse, giubbotti catarifrangenti etc).
A questo proposito alcuni pazienti lamentano la precarietà con cui vengono trasportati per accertamenti dal «Paternò Arezzo» al «Civile» e viceversa in ambulanza. Alcuni infermieri avrebbero esternato questi disagi alla direzione dell’Asp 7 senza aver ricevuto in merito alcuna risposta.
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