Grazie Florence Nightingale: L'Audit Clinico
Nella festa in onore del valore di tutte le donne non posso fare a meno di ricordare con stima quella donna, che, nel mio percorso, con la sua lanterna, mi illumina costantemente la strada. Rinunciò al matrimonio, ad una vita molto agiata e, manifestando tutta la sua forza e la sua ribellione ai costumi del tempo, si diede anima e corpo alla cura dei malati: Florence Nightingale, la fondatrice dell'assistenza infermieristica moderna, prima nell'applicazione del metodo scientifico attraverso l'utilizzo della statistica.
Molto spesso, capita che medici, non consapevoli della nostra preparazione e del nostro excursus formativo ci pongano questa domanda: -Cosa ne sai tu di Audit Clinico?-.
Forse non lo sanno, forse lo hanno dimenticato, ma l'Audit Clinico venne per la prima volta applicato nella pratica clinica, al periodo della guerra di Crimea (1853-1855) dall'inglese, nata in Italia, Florence Nightingale, preoccupata delle scarse condizioni igieniche e dell'elevata mortalità tra i soldati negli ospedali da campo; per tale motivo fece in modo che la sua equipe applicasse rigide procedure sanitarie ed igieniche durante l'attività svolta e, meticolosamente, raccolse i dati della mortalità dei pazienti. In seguito ai cambiamenti da lei introdotti, il tasso di mortalità scese dal 40% al 2%. Il suo approccio metodologico, l'uniformità e la comparabilità dei dati, è riconosciuto come uno dei primi programmi di gestione del processo sanitario attraverso l'applicazione di procedure sistematiche, in questo caso finalizzate a ridurre il tasso di infezioni sui ricoverati.
L'Audit Clinico è un processo ciclico di miglioramento nella dimensione tecnico-professionale della qualità delle cure, basato sulla revisione sistematica della documentazione. Vengono selezionati diversi aspetti dell'assistenza e confrontati con criteri e standard espliciti e, quando necessario, realizzati dei cambiamenti; per confermare i miglioramenti, può essere eseguito un monitoraggio ulteriore.
Il Ministero della Salute, nel 2006, ha definito l'Audit clinico come:
-Produrre reali benefici nella cura del paziente e nella fornitura di servizi;
-Sviluppare l'apertura al cambiamento;
-Fornire garanzie sulla qualità dell‟assistenza mediante applicazione delle migliori pratiche evidence-based;
-Ascoltare i pazienti, comprendere e dare risposta alle loro aspettative;
-Aumento della fiducia della persona assistita nei confronti delle cure erogate;
-Acquisizione di nuove competenze da parte degli Operatori Sanitari;
-Il trasferimento dei metodi di gestione e miglioramento della qualità ad altre situazioni;
-Sviluppare linee guida o protocolli;
-Ridurre al minimo errore o danni ai pazienti;
-Ridurre i reclami/risarcimenti;
-Riduzione della spesa.
Clicca qui per il Documento del Ministero della Salute
E quando la prossima volta il medico ti porrà la suddetta domanda tu rispondigli: -Ebbene si, caro medico, io conosco l'Audit Clinico, l'infermiere l'ho ha applicato prima che tu lo facessi con la revisione delle cartelle, e so che grande valore può acquisire la mia assistenza attraverso l'utilizzo di questo strumento che per te mi è alieno!-.
Grazie Florence!
Dott.ssa Francesca Santoriello
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Molto spesso, capita che medici, non consapevoli della nostra preparazione e del nostro excursus formativo ci pongano questa domanda: -Cosa ne sai tu di Audit Clinico?-.
Forse non lo sanno, forse lo hanno dimenticato, ma l'Audit Clinico venne per la prima volta applicato nella pratica clinica, al periodo della guerra di Crimea (1853-1855) dall'inglese, nata in Italia, Florence Nightingale, preoccupata delle scarse condizioni igieniche e dell'elevata mortalità tra i soldati negli ospedali da campo; per tale motivo fece in modo che la sua equipe applicasse rigide procedure sanitarie ed igieniche durante l'attività svolta e, meticolosamente, raccolse i dati della mortalità dei pazienti. In seguito ai cambiamenti da lei introdotti, il tasso di mortalità scese dal 40% al 2%. Il suo approccio metodologico, l'uniformità e la comparabilità dei dati, è riconosciuto come uno dei primi programmi di gestione del processo sanitario attraverso l'applicazione di procedure sistematiche, in questo caso finalizzate a ridurre il tasso di infezioni sui ricoverati.
L'Audit Clinico è un processo ciclico di miglioramento nella dimensione tecnico-professionale della qualità delle cure, basato sulla revisione sistematica della documentazione. Vengono selezionati diversi aspetti dell'assistenza e confrontati con criteri e standard espliciti e, quando necessario, realizzati dei cambiamenti; per confermare i miglioramenti, può essere eseguito un monitoraggio ulteriore.
Il Ministero della Salute, nel 2006, ha definito l'Audit clinico come:
"Metodologia di analisi strutturata e sistematica per migliorare la qualità dei servizi sanitari, applicata dai professionisti attraverso il confronto sistematico con criteri espliciti dell’assistenza prestata, per identificare scostamenti rispetto a standard conosciuti o di best practice, attuare le opportunità di cambiamento individuato ed il monitoraggio dell’impatto delle misure correttive introdotte."I benefici dell'Audit Clinico sono:
-Produrre reali benefici nella cura del paziente e nella fornitura di servizi;
-Sviluppare l'apertura al cambiamento;
-Fornire garanzie sulla qualità dell‟assistenza mediante applicazione delle migliori pratiche evidence-based;
-Ascoltare i pazienti, comprendere e dare risposta alle loro aspettative;
-Aumento della fiducia della persona assistita nei confronti delle cure erogate;
-Acquisizione di nuove competenze da parte degli Operatori Sanitari;
-Il trasferimento dei metodi di gestione e miglioramento della qualità ad altre situazioni;
-Sviluppare linee guida o protocolli;
-Ridurre al minimo errore o danni ai pazienti;
-Ridurre i reclami/risarcimenti;
-Riduzione della spesa.
Clicca qui per il Documento del Ministero della Salute
Grazie Florence!
Un bacio a tutte le donne!
Dott.ssa Francesca Santoriello
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