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Via libera della Toscana alla Ru486 nei consultori


La pillola abortiva potrà essere somministrata anche fuori dagli ospedali. Lo ha deciso, per primo in Italia, il Consiglio sanitario regionale
LA TOSCANA apre all'uso della Ru486 nei consultori. Il Consiglio sanitario, l'organo tecnico più importante dell'assessorato alla salute, ha espresso un parere unico in Italia che porta per la prima volta fuori dagli ospedali la pillola abortiva. Potrà infatti essere somministrata alle donne anche all'interno dei "poliambulatori", come li definiva la legge 194 del '78 che già a suo tempo aveva previsto la possibilità di introdurre metodiche nuove oltre alla chirurgia se "rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza". E' proprio questo passaggio ad essere citato all'inizio del parere della commissione di esperti chiamati in causa dal Consiglio sanitario. Tra questi ci sono Bracco (primario di ginecologia a Lucca), Citernesi di Livorno, D'Amato di Poggibonsi, Di Tommaso di Careggi, Dubini di Torregalli, Frizzi di Ponte a Niccheri, Gadducci di Pisa, Guaschino di Careggi, Petraglia di Siena e Srebot, il medico di Pontedera che per primo ha utilizzato la Ru486 in Italia. A presiedere il gruppo è Anna Maria Celesti, ginecologa e già consigliere regionale di Forza Italia.
Il parere dei tecnici fatto proprio dal Consiglio sanitario indica tutti i dettagli della somministrazione in consultorio, dove la donna deve restare per due ore dopo aver preso il farmaco. Poi va a casa con i numeri della struttura territoriale ma anche di un medico dell'ospedale reperibile 24 ore su 24. Viene invitata a tornare dopo 48 ore per assumere un secondo farmaco e le viene fissata una vista di controllo per 15 giorni dopo. Per introdurre la novità nelle Asl toscane, teoricamente, non c'è bisogno nemmeno di una delibera. Lo spiega Antonio Panti, vicepresidente operativo del Consiglio sanitario: "Ora dipende dalla volontà della Regione. Il nostro parere può semplicemente essere notificato dall'assessore alle Asl, e chi vuole può somministrare la pillola nei consultori. Non importa una delibera, perché abbiamo agito all'interno legislazione vigente". L'ingresso della pillola abortiva Ru486 in Italia, avvenuto nel 2008, è stato molto sofferto, anche se si tratta di una metodica usata in molti paesi europei e considerata sicura ed efficace dall'Oms. In Toscana si è vista una crescita del suo utilizzo accanto a un calo del totale delle interruzioni di gravidanza. Nel 2012 su circa 7mila aborti, l'11,5% sono avvenuti per via farmacologica. L'anno precedente il dato era del 9%. Ci sono alcune zone dove viene usata molto, come Pontedera o Firenze, ed altre, come Lucca e Pisa, dove i ginecologi preferiscono il trattamento chirurgico."Il consultorio - spiega Massimo Srebot - è adatto anche perché accoglie al meglio la donna. Qui infatti vengono fatte azioni di sostegno e si promuove la contraccezione ". Molto soddisfatta della decisione del Consiglio sanitario Marisa Nicchi, parlamentare di Sel che storicamente si batte per l'applicazione della 194.

"Si tratta di un cambiamento importantissimo che offre più libertà di scelta alle donne toscane  -  spiega  - l'estensione della possibilità di scelta dell'aborto farmacologico ridurrebbe notevolmente le liste d'attesa e 
garantirebbe alla donna una maggiore sicurezza visto che più tempestivo è l'intervento, minori sono i rischi di complicazione. Ci vuole però un investimento e una riorganizzazione della rete dei servizi territoriali e dei consultori in questi anni colpiti dai tagli".
Il ginecologo di Pontedera Massimo Srebot ai tempi del primo ingresso in Italia della Ru486 

Fonte: firenze.repubblica.it

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