INFERMIERI IN INTRA-MOENIA IN LIGURIA, MA NON BASTA
Parlavamo in un altro post del testo
unico regionale varato dalla Liguria, e finalmente arriva anche per gli
infermieri liguri la possibilità come i medici di lavorare in intra-moenia per la ASL. Gli infermieri
infatti non possono lavorare per i privati dopo l’orario lavorativo in
ospedale. Eh si, perché a differenza dei medici gli infermieri sono ancora
vincolati da quella clausola contrattuale secondo la quale il proprio lavoro
deve essere prestato in esclusività alla ASL di appartenenza. Con questo piano
regionale, chi ha bisogno di prestazioni e vuole essere garantito da una figura
professionale che lavora nel servizio pubblico, potrà rivolgersi ad Asl ed
ospedali che avranno l'elenco dei professionisti non medici che hanno deciso di
fare anche la libera professione, e sarà la stessa ASL a decidere tariffari, ed
a riscuotere i pagamenti dei privati, versando in busta paga la quota
corrispondente alla prestazione libero-professionale del dipendente.
Detto questo, siamo di fronte comunque ad una novità del settore sanitario, ed apprezzo gli sforzi di tutti coloro che si sono prodigati per l’attuazione di tale progetto.
Detto questo, siamo di fronte comunque ad una novità del settore sanitario, ed apprezzo gli sforzi di tutti coloro che si sono prodigati per l’attuazione di tale progetto.
Sono però convinto che la vera vittoria
sarebbe la cancellazione di quella clausola di esclusività sopracitata, e
soprattutto una riforma contrattuale per la nostra professione come per tutte
le professioni sanitarie non mediche.
Il “Comparto Sanità ”, è oggi troppo
stretto per professioni intellettuali che richiedono una laurea e formazioni
anche post-laurea (vedi nel caso dei coordinatori), stretto anche in virtù
della crescita di responsabilità e competenze richieste. La storia ci ha
portato ad essere al vertice dell’assistenza diretta al paziente, strettamente
legati al progetto di miglioramento della salute, in un lavoro
multidisciplinare che ancora non entra nelle teste di una classe medica e
dirigenziale troppo vecchia nell’animo.
Non vi è nessuna intenzione nemmeno
politica di migliorare questa situazione, lo confermano gli ultimi avvenimenti,
le ultime manovre del Governo, ma la cosa più grave è che questa stasi ed
appiattimento nei confronti della nostra professione non va di pari passo con
tutte quelle sentenze che ci vedono sempre più “colpevoli” sui tavoli dei
tribunali.
Dott. Lorenzo D’AMICO
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