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Professioni Sanitarie - Infermieri al primo posto per crisi occupazionale

Uno studio di Almalaurea conferma che anche in questo settore la crisi fa sentire i suoi nefasti effetti. Per gli infermieri, tasso occupazionale dell'83% sul totale. Meglio solo fisioterapisti, logopedisti (88%) e igienisti dentali (87%). All'estremo opposto i tecnici. 

Restano ancora in cima alla classifica di quelle che trovano lavoro più rapidamente, ma c’è poco da stare tranquilli: in 6anni le professioni dell’area sanitaria hanno comunque perso il 25% di occupazione.
È quanto risulta dal recente rapporto 2014 (su dati del 2012) del Consorzio Almalaurea di Bologna, che evidenzia anche un ulteriore peggioramento del trend occupazionale nell’ultimo anno. L’indagine ha coinvolto 64 atenei e quasi 450 mila laureati.
Stando ai risultati dell’indagine, le “performance occupazionali” delle professioni sanitarie risultano in crisi in tutte le quattro aree, seppure con valori diversi, dal 2007 al 1012: dall’88% al 78% (perciò -10%) nella riabilitazione; dal 74% al 50% (-23 punti) nella prevenzione; dal 90% al 60% del (-30) nell’area infermieristica-ostetrica; dall’81% al 50% (-31 punti) nell’area tecnica.

Nonostante tutto, per quanto riguarda i singoli profili, la media degli ultimi sei anni considerati (dal 2007 al 2012) vede ancora in buona posizione rispetto agli altri, quello dell’infermiere, con un tasso occupazionale dell’83%. Fanno meglio solo fisioterapista e logopedista (88%) e igienista dentale (87%). Seguono audioprotesista (82%) e podologo (81%). All’estremo opposto i tecnici: di fisiopatologia cardiocircolatoria (44%), di laboratorio e di neurofisiopatologia (48%), che seguono ostetrica (49%) e assistente sanitario (54%). 


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